I “fuori” tema della sinistra.
Avrei voluto un
comune con un nuovo quadro di riferimento nel quale si fosse tenuto conto delle
modificazioni intervenute nella vita sociale ed economica della città e sulle
contromisure da adottare. Il “nuovo inizio” mi ha fatto pensare a una sorta di
collaborazione e confronto costruttivo con l’opposizione. Stravolgere i vecchi
canoni dell’amministrare per creare quel dibattito capace di produrre idee, nuova linfa a un sistema polveroso fatto di parole,
ripicche, presunzione, critiche senza soluzioni certe. Mi
rendo conto che, la riduzione del coefficiente capitale/prodotto, è
necessariamente dimezzato per i comuni, basti pensare ai tagli praticati dallo
stato e alla virtuosità a cui i comuni sono assoggettati . Il nuovo inizio, non
deve necessariamente essere un’alchimia imposta.
Se la politica del
divenire sarà quella espressa nei consigli comunali ai quali abbiamo assistito,
possiamo derubricarli come eventi irrilevanti, incomprensibili per ciò che sarà
la politica futura: Il Sindaco che si
perde nelle risposte che non trova, gli
assessori poco attenti a ciò che si dichiara, si scrive e si pubblica, consiglieri che scambiano la sala consigliare
per un’aula di tribunale, sollevando arringhe degne di Toga, ma, prive di
senso.
Una delle buone abitudini dei vecchi Sindaci era
l’attenzione verso il cittadino, la sensibilità verso i problemi del territorio,
dagli spazi collettivi, alla sicurezza, alla dignità degli spazi comuni. Anche
se in termini raffinati, i cittadini lamentano le carenze dei piani attuativi
propagandati a gran voce in campagna elettorale. Il fare oltre al pensare, non
presumeva le aliquote al massimo, neppure la ricerca di un milione di Euro per
recuperare il vecchio Mulino. Mi sarebbe piaciuto leggere che il Sindaco era
alla ricerca di un milione di Euro per diminuire le aliquote, agevolando le
famiglie più deboli, un commerciante in difficoltà, una micro impresa. Il
malessere del paese coinvolge tutti, ma, non può più bastare come scusante,
bisogna cambiare il modo di guardare e di confrontarci con tutti per portare a
casa il risultato migliore. L’esempio della nostra partecipazione al tavolo dei
Comuni per Expo 2015, fiera che esalta all’inverosimile il biologico e le
pratiche agricole minimaliste, come può attirare l’industria agroalimentare
ancora commercialmente irrilevante per gli investitori? Pur non essendo esperto del settore, Il
coinvolgimento in un dibattito pubblico di tutte le forze politiche e del
cittadino, sarebbe stata cosa gradita al fine di comprendere e magari trovare
spunti per sfruttare un evento così importante. Quali benefici per la nostra
città, quali tempi, quali interventi possibili? Ho letto due cose a riguardo e
visto qualche foto dei Sindaci a confronto sul tema… Un po’ poco!
Grazie Mancuso
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